Di Lorenzo Veroli, Vicepresidente COFIP e Dottore Commercialista ODCEC Massa Carrara.
Negli ultimi anni si è molto discusso sullo sviluppo della figura e dell’attività professionale del Dottore Commercialista e progressivamente, sempre con maggior forza, è emersa la necessità di determinare una visione prospettica della professione. Si è quindi cercato – e lo si sta facendo tuttora – di individuare alcuni ambiti di specializzazione che possano consentire agli iscritti di evolvere, evitando di continuare a concentrare i maggiori sforzi nelle attività che da oltre 40 anni hanno caratterizzato la professione: contabilità e fisco. Due aree minacciate dalla digitalizzazione e destinate irrimediabilmente a ridurre il volume di fatturato degli studi, e di conseguenza, mettere a rischio la sopravvivenza dell’intera attività economica del Dottore Commercialista.
Statistiche presentate non molto tempo fa, riportano che l’80% degli studi italiani si occupa prevalentemente delle suddette attività. Il problema, quindi, è evidente. Anche nella proposta di emendamento del gennaio 2021 presentata dal Consiglio Nazionale al Governo per il suo inserimento nel mille proroghe, ha posto l’attenzione su questo argomento, prevedendo nell’ordinamento della professione gli ambiti di specializzazione ed i criteri per il suo riconoscimento. Il punto tuttavia non è questo, bensì, come detto all’inizio, cercare di determinare una visione prospettica della professione. Un metodo che possa mettere il commercialista nelle condizioni di offrire servizi in grado di dare soddisfazione economica, professionale e che siano di evidente utilità per il proprio cliente. Cliente, che come vedremo più avanti, ha esso stesso la necessità di acquisire informazioni e consapevolezza rispetto lo scenario che stiamo vivendo.
Sappiamo bene che gli ambiti di specializzazione sono molteplici, dalle attività sviluppate di concerto con il tribunale, come le procedure concorsuali, a quelle più tipicamente d’assistenza fiscale, o ancora, rivolte alla creazione d’impresa sotto l’aspetto prettamente giuridico. Se ci soffermiamo per un attimo ed entriamo nel dettaglio di ognuno degli ambiti sopra citati, ci renderemo conto che l’aspetto finanziario è sempre e comunque presente.
Ad esempio, nelle procedure concorsuali e nello specifico per la sostenibilità finanziaria relativa a un concordato di continuità, le competenze e le modalità con cui possono essere realizzate le comunicazioni sono proprio relative ad una specializzazione in area finanziaria. Quello che si vuole sottolineare è che fra le varie aree di specializzazione, quella finanziaria abbraccia un range di operatività più ampio e spalmabile, anche con l’ausilio di altri specialisti concentrati su aree differenti, favorendo le relazioni, il networking e le partnership.
Le ragioni che spingono l’imprenditore a dover adottare comportamenti che possano consentirgli di ridurre i rischi all’interno della propria attività – anche in relazione al proprio patrimonio personale – sono molteplici. Il professionista che assiste l’imprenditore deve essere in grado di intervenire in tutti queste dinamiche.
Prendiamo ad esempio la normativa sulla Crisi d’Impresa, nella quale l’imprenditore è chiamato ad individuare logiche che gli consentano di poter intercettare in maniera anticipata, i primi segnali di una possibile crisi. Tutti questi segnali sono diretti ad anticipare criticità di tipo finanziario, determinanti per lo scivolamento dell’impresa verso il baratro del default. Si prenda ad esempio l’utilizzo di uno degli indicatori presenti tra quelli segnalati dal Consiglio Nazionale dei Dottori Commercialisti, il DSCR, di derivazione tipicamente bancaria a dimostrazione di quanto sia rilevante l’attenzione da porre nello studio delle dinamiche relative alla finanza d’impresa.
Ma non è tutto. L’attenzione sulle dinamiche evolutive della componente finanziaria, sono per l’imprenditore un’esigenza oggi, così come lo sono le relazioni con tutto il sistema creditizio e con le valutazioni che quest’ultimo fa dell’impresa: il “come ti vede la banca”, tanto caro alle dinamiche formative individuate dall’Associazione.
È proprio su questi temi che COFIP – da oltre 6 – sta ponendo l’attenzione, promuovendo una serie di percorsi in grado di trasmettere al professionista non solo nozioni specialistiche teoriche, ma anche operatività in campo finanziario. Oggi l’Associazione è una realtà riconosciuta e questo tipo di skills sono valutate positivamente non solo dai partecipanti delle aule ma anche dagli operatori finanziari che sempre più stanno ricercando dei professionisti come partner e collegamento con il mondo dell’impresa.
La specializzazione in ambito finanziario è quella che maggiormente consentirà all’impresa cliente di poter sopravvivere e svilupparsi in un orizzonte temporale di medio e lungo termine. Il valore aggiunto che il professionista può dare all’imprenditore è molto più tangibile, così come più determinante e ricercato diverrà il suo ruolo.