di Benedetto Colli
«Nei miei primi 26 anni di carriera, passati a lavorare nell’ambito bancario, mi sono sempre occupato di Imprese. Nove anni fa sono passato al private banking in Fideuram perché era un mondo che si stava aprendo a nuove professionalità. In un certo senso, mi aspettavo che prima o poi sarebbe capitato il rinnovamento di cui la figura del CFP è l’incarnazione, ma spesso i cambiamenti nel mondo bancario sono più lenti di quanto uno non immagini. La rivoluzione rappresentata da CoFiP, invece, è avvenuta proprio nel momento in cui c’era più bisogno di dare un’iniezione di entusiasmo alla professione». Parola di Leonardo Stampa, classe 1964, aretino, Private Banker Fideuram e Consulente Finanziario Professionista CoFiP, che aggiunge: «Sono stato subito convinto da questo progetto. Mi è sembrato chiaro fin dal momento in cui mi è stato presentato».
Quali sono i valori di CoFiP che ti hanno attratto?
«Prima di tutto, la circolarità e l’inclusività delle informazioni. Più ancora che come un Albo o un’Associazione, CoFiP mi appare come un luogo in cui ci si scambiano delle esperienze tra pari. Questo, ai miei occhi, è qualcosa di forte e impagabile: l’esperienza ci insegna molto di più di quanto non possa fare qualsiasi libro. Ciò che ha fatto un collega in risposta a un problema, seppure in un contesto completamente diverso dal mio, può suggerirmi soluzioni a cui non avrei mai pensato. Inoltre, per me è fondamentale la certificazione che CoFiP dà alla mia professionalità. Essere un CFP non vuol dire solo avere un numero di iscrizione, ma anche la prova che ho delle competenze specifiche che sono a disposizione del cliente».
Perché la CFRA è importante per gli Imprenditori?
«Perché l’Imprenditore non ha solo il rischio dato dall’investimento della liquidità, ma anche quello legato al suo patrimonio personale. È di questo che gli parlo sempre. Che si tratti della casa di proprietà o delle quote societarie, la mia consulenza da CFP può coprire l’interezza del suo patrimonio. Nessun’altro, in questo momento, può offrirgli una competenza simile e, umanamente parlando, la confidenza di un partner che offre tempo e dedizione alla sua Impresa. È cosa ben diversa rispetto a un istituto di ricerca a cui si paga un fee per avere un report».
Quindi non stai incontrando difficoltà nel far conoscere l’attività di CFRA agli Imprenditori?
«No, mi sembrano anzi molto ricettivi. Ne sono incuriositi. In primis, hanno piacere che il consulente si interessi della loro attività, e non solo dei loro soldi. Inoltre, sentivano l’esigenza di questo servizio prima ancora di sapere che esistesse. L’Imprenditore di suo non può conoscere cosa gli chiede la banca. Tutti i suoi progetti, la valutazione del suo patrimonio, quello che potrà fare in futuro ed eventualmente lasciare ai suoi figli, dipendono molto più da questo aspetto che da altri. L’azienda è la sua prima creatura, è evidente che desidera sapere che domani può avere. In un certo senso, l’Impresa è come un essere umano: ha bisogno di check up regolari. Solo che si tratta della Centrale rischi invece che del cuore».
Che valore aggiunge la qualifica di CFP alla tua professionalità?
«Quattro valori fondamentali: la certificazione, il Team che mi accompagna, gli strumenti e la formazione continua. CoFiP mi dà tutto questo e il mio lavoro, fatto di esperienza e di passione, ne è enormemente arricchito. Anche e soprattutto agli occhi dei clienti».
A questo proposito, hai incontrato difficoltà nel selezionare i Commercialisti del tuo Team?
«No, perché mi ero attivato nell’imbastire un progetto simile già da tempo, ma senza la qualifica e gli strumenti offerti da CoFiP, dal Financial Risk Analysis al Balanced Scorecard Analysis, mi era impossibile realizzarlo. Diventare un CFP mi ha dato modo di allargare la mia base e di rafforzare i rapporti con professionisti qualificati e di esperienza che condividono il mio stesso obiettivo: quello di esprimersi sul mercato in ruoli completamente nuovi. Anche questo è un punto di forza agli occhi del cliente: sa che al suo servizio non ha solo Leonardo Stampa, ma un intero Team competente dedicato a lui».
Cosa diresti a un collega incerto se intraprendere il percorso per diventare CFP?
«Due cose. In primis, che ha bisogno di una rete che supporti e faccia crescere la sua professione, e se questa rete è composta da altri professionisti di altre realtà, è resistente a ogni strappo e continua a espandersi. In secondo luogo, che il mondo non si ferma: che abbia un trascorso bancario o che sia un principiante, deve seguire questo processo di evoluzione richiesto non solo dal mercato, ma anche dai suoi clienti. Alle sue giuste necessità, non si può sempre rispondere: “Ne parli con il suo Commercialista”. Dobbiamo iniziare a discuterne tutti insieme. Bisogna aprire la mente, assorbire l’entusiasmo dalla novità e sostituire l’ormai superata logica dell’“io” con la forza del “noi”. A mio parere, sono queste le colonne del progetto CoFiP».
Qual è un tuo sogno nel cassetto?
«Voglio continuare questa stupenda professione il più a lungo possibile, indipendentemente dall’età. Ho una figlia che sta studiando economia e gestione aziendale all’Università. Vorrei poter mettere a disposizione anche sua, oltre che di colleghi di diversa natura in uno studio in stile anglosassone, le mie capacità, la mia credibilità e le mie passioni».