di Benedetto Colli
Vi stupirebbe se affermassimo che le piccole-medie Imprese sono la spina dorsale del Paese? Immaginiamo di no: una certa retorica politico-giornalistica batte quotidianamente la grancassa su questo aspetto, salvo poi evitare di intervenire concretamente a loro supporto. Ma per CoFiP, le PMI non sono «solo» una realtà che ha fatto sì la grandezza dell’Italia, ma una grandezza «passata», superata dalla globalizzazione e dalla digitalizzazione: per noi, le PMI sono anche il motore per la promozione sociale dell’Italia e degli italiani. Il motore del domani. Perché non si può guardare al futuro senza fare affidamento sulle proprie radici più profonde, quelle che non congelano mai. Le PMI, infatti, assicurano al Paese il primato di una qualità inconfondibile e perpetuano i valori fondanti di tradizioni famigliari che spesso vengono tramandate di generazione in generazione. Non solo il sapere, ma anche il saper fare.
Ciò nonostante, se analizziamo l’andamento delle erogazioni da parte degli operatori creditizi sulle PMI negli ultimi 15 anni, infatti, dalle statistiche della Banca d’Italia si evidenzia una diminuzione di circa il 25%. Per le grandi Imprese, invece, l’andamento è esattamente l’opposto. Come mai le PMI non riescono ad aumentare il proprio accesso al credito? Perché nelle grandi Imprese sono presenti dei CFO (Chief Financial Officer) e strutture interne dedicate proprio a gestire e a monitorare l’andamento economico-finanziario e a sovraintendere alla comunicazione finanziaria. Nelle piccole-medie Imprese, questa comunicazione è insufficiente (o addirittura totalmente assente) per problemi di sostenibilità del costo di una struttura interna specializzata. È proprio questa la missione che si è data CoFiP: supportare le PMI nell’accedere consapevolmente al mondo creditizio; aiutare sistema creditizio e Imprenditori a rapportarsi in maniera più evoluta; coprire il divario di costi e tempi formatosi tra chi chiede i finanziamenti e i professionisti che dovrebbero renderli possibili.
Come si è venuta a creare una situazione simile? Per il combinato dei tre fenomeni che maggiormente hanno inciso sull’evoluzione del panorama finanziario dal 2000 a oggi: globalizzazione, digitalizzazione, innovazione. Prima del passaggio di millennio, infatti, i tempi con cui un’azienda cresceva o falliva erano dilatati rispetto a quelli odierni: osservare la storicità dell’Impresa era sufficiente per desumerne lo stato e per proiettarne nel futuro la capacità di performare. Tuttavia, soprattutto a partire dalla crisi del 2008 e dalle modifiche alle norme sulla concessione dei finanziamenti, l’intrecciarsi di questi tre macrotrend ha reso estremamente complesse tanto le evoluzioni di mercato quanto la comunicazione finanziaria. Negli anni successivi, la ricchezza è sì aumentata, ma di pari passo con il divario tra realtà che performano bene e realtà che non riescono a tenere il passo. Mentre prima gli asset investiti garantivano una relativa stabilità, oggigiorno è la volatilità a farla da padrona. Di conseguenza, la credibilità di un’Impresa è dimostrata non dalla sua storia, ma dalla capacità di prevedere le evoluzioni del futuro prossimo. Nell’attuale panorama, dunque, le PMI si trovano ad affrontare un periodo di intensificazione della ricerca di risorse finanziarie per fronteggiare problematiche di innovazione, ampliamento del mercato di riferimento e crescita dimensionale.
Dal canto loro, le attività commerciali delle banche sono destinate a trasformarsi radicalmente e rapidamente per effetto di tre fattori: i margini di guadagno in diminuzione a causa della disintermediazione e della conseguente necessità di ridurre i costi; l’aumento dell’offerta di prodotti, sia nella varietà che nella personalizzazione, come effetto dell’evoluzione delle tecnologie di automazione; l’aumento dei player nei mercati indigeni, dato dall’internazionalizzazione degli operatori finanziari. Inoltre, le reti di sportelli e consulenti finanziati, oggi focalizzate sulla gestione della logistica delle pratiche, dovranno concentrare le loro attività sulla fornitura di consulenza finanziaria alle Imprese, che costituiranno il core delle attività per le banche commerciali.
Le rapide trasformazioni in atto hanno un inevitabile impatto sul modo di lavorare. I consulenti finanziari di oggi devono essere in grado di operare con maggiore reattività e flessibilità rispetto al passato, poiché si confrontano con un mercato sempre più mutevole, veloce, esigente e imprevedibile. I clienti, in risposta alla «standardizzazione» creata dalla globalizzazione, cercano un’offerta che non sia solo di qualità, ma anche su misura per le loro esigenze e i loro bisogni. È questa la vera sfida del domani. Non si può più puntare sulla «massa»: bisogna valorizzare il singolo Imprenditore o la singola azienda.
In CoFiP, abbiamo la presunzione di credere di avere una missione importante: aiutare i clienti a far bene i clienti. Supportare non solo le Imprese, ma anche la finanza, che deve tornare a essere il motore della promozione sociale. Oggi più che mai. Siamo stanchi di quella finanza snaturata, fatta di carta su carta. È necessario tornare a un equilibrio, ritrovare la finanza valore su valore. Per far questo, ci impegniamo a promuovere il riconoscimento del Consulente Finanziario Professionista (CFP): uno specialista in grado di affiancare professionalmente le aziende nei rapporti con il mondo creditizio e di favorire il processo di digitalizzazione dell’accesso al credito e dell’investimento dei capitali, colmando le asimmetrie informative esistenti. Formato in modo continuo, il CFP assiste i propri clienti in occasione dell’accesso al credito e dell’investimento dei capitali, dalla preparazione dei documenti alla cura del rapporto con gli operatori finanziari, diventando un’«interfaccia» tra loro e il sistema creditizio, educandoli e condividendo esperienze concrete. In definitiva, gli dona la sicurezza e la tranquillità che derivano dalla visione oggettiva e globale delle opportunità possibili nel panorama finanziario, dalla valutazione dello stato di salute dell’Impresa e dal monitoraggio del suo andamento economico-finanziario, permettendogli così di massimizzare i rendimenti e minimizzare i rischi.
Noi di CoFiP sentiamo di avere una responsabilità nei confronti del sistema Paese e della comunità. Nel terzo millennio, l’Impresa e la finanza devono collaborare per un progetto comune: creare ricchezza sociale e restituire un’etica al lavoro. Abbiamo deciso di essere al loro fianco in questo cammino. Controcorrente, sì, ma in direzione del futuro.